13.2.17

UN GIGANTESCO IMPIANTO EOLICO TEDESCO NEL GOLFO DI MANFREDONIA



 

"Procedimento in corso presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri" attesta oggi 13 febbraio 2017 il portale del ministero dell'Ambiente. Ad appena 10 chilometri dalla costa gli affaristi tedeschi coadiuvati dai farabutti italidioti, impianteranno 95 mega turbine (per complessivi 342 megawatt) che coprono un’area marina di ben 77,15 chilometri quadrati, con rotori cadauno di 120 metri. Le torri eoliche (con turbina Siemens SWT-3.6-120) avranno un’altezza al mozzo di 90 metri sul livello del mare (una quindicina sott’acqua).

A rischio la prateria di Posidonia e la fauna marina, perché gli squarci sui fondali non risparmieranno nulla e nessuna creatura vivente. Il sindaco pro tempore Angelo Riccardi del partito democratico, ha già detto sì, ma in città ancora quasi nessuno lo sa. Della serie come svendere il territorio al peggior offerente. Adesso la pratica è sul tavolo del presidente del consiglio Paolo Gentiloni, lo stesso che qualche anno fa, in veste di ministro degli esteri, ha regalato di nascosto (senza sottoporre preventivamente la decisione al Parlamento) alla Francia strategiche zone di mare italiano nell’Alto Tirreno. Dunque, non c’è di che ben sperare per la salvaguardia ambientale. Un altro progetto simile e deleterio nel medesimo luogo, targato Trevi Energy Spa è stato arrestato il 14 febbraio 2014 con decreto del primo ministro Letta.







In Italia, soprattutto nel Mezzogiorno dopo la cementificazione della terraferma, l’ultimo boccone appetibile per la speculazione è il mare. In Puglia il pranzo è servito dopo l’impianto di gas a petrolio liquefatto dell’Energas/Kuwait Petroleum, contropartita statale alle vendita della Finmeccanica allo Stato del Kuwait di 28 aerei da guerra, con la sponsorizzazione diretta del ministro Roberta Pinotti (targa piddì)



La ditta "Parco Eolico Marino Gargano Sud" è una società a responsabilità limitata con sede a Torremaggiore, vale a dire una scatola vuota della teutonica WPD (un espediente per evitare eventuali rogne legali in caso di incidenti e/o inquinamenti). La Regione Puglia ha espresso, «nell’ambito del procedimento ministeriale della V.I.A., in conformità a quanto disposto dal Comitato Regionale per la V.I.A. nella seduta del 06.11.2012, giudizio negativo di valutazione di impatto ambientale e di valutazione di incidenza ambientale per il progetto». Invece il sindaco di Manfredonia e il rappresentante dell’autorità portuale hanno depositato il parere favorevole.  
 
Nel portale del ministero dell’Ambiente sono elencati i dettagli tecnici:

«Progetto: Parco eolico Marino Gargano Sud. Descrizione: Realizzazione di un parco eolico costituito da 85 aerogeneratori aventi ciascuno una potenza di 4 MW, per una potenza complessiva di 340 MWe. Le opere connesse all'attuazione del progetto sono: sottostazione di trasformazione offshore, cavi di trasmissione offshore, fossa di giunzione offshore-onshore, cavi di trasmissione onshore e sottostazione onshore. Proponente: WPD Parco Eolico Marino Gargano Sud S.r.l.».

La vasta area interessata, per la quale il proponente chiede anche il rilascio della concessione demaniale, si trova a circa 10,5 chilometri dalla costa da Mattinata a Manfredonia; si estende per una fascia di lunghezza compresa tra 13 e 14,7 chilometri; si sviluppa al largo per 6 chilometri; copre un’area di circa 77,15 chilometri quadrati su un perimetro di 40,23 chilometri. L’impianto annuncia una produzione, superiore a 5 megawatt di potenza e ha durata di mezzo secolo. Il parco eolico - secondo il progetto - produce 0,784 TWh/anno. Questo significa che la società incasserà 67.032.000 euro all’anno di incentivi. Dalla vendita diretta dell’energia prodotta annualmente, si stima una entrata pari a 43.120.000 euro. Le entrate nette all’anno saranno di 88.121.600 euro. Il costo di realizzazione dell’intero parco eolico è di circa 800 milioni di euro, per cui, in base alle entrate nette, il tempo di recupero dell’investimento sarà di circa 4,5 anni. Nell’arco temporale di 25 anni di incentivi, nelle casse societarie entreranno circa 2,6 miliardi di euro. Ma quali sarebbero i benefici derivanti da tale operazione per i cittadini di Manfredonia che vedono il proprio golfo devastato e deturpato? Trattandosi di una società a responsabilità limitata, chi provvederà a coprire i costi di smantellamento e smaltimento di tali strutture, in un luogo dove dopo un quarto di secolo lo Stato italiano non ha ancora garantito la bonifica dell'inquinamento provocato dall'Eni? 
 
Gli impianti eolici industriali a causa della loro estensione e della loro disposizione planimetrica, costituiscono un'estesa barriera per le rotte migratorie dell'avifauna, anche internazionale, che rappresenta un patrimonio dell'intera comunità internazionale e la cui tutela è disciplinata a livello comunitario dalla direttiva 79/409/CEE. La collocazione dei parchi si inserisce in un territorio con importanti peculiarità, caratterizzato, come nel caso di Manfredonia, sia dall'antica presenza di saline, risalenti a 2.400 anni fa, sia per la presenza delle zone umide di rilievo internazionale, habitat essenziale per la tutela della fauna acquatica, tra l'altro sottoposte al regime di tutela previsto dalla Convenzione internazionale di Ramsar sulle zone umide d'importanza internazionale, segnatamente come habitat degli uccelli acquatici e palustri, sottoscritta da 150 Paesi tra cui l'Italia appartenenti a parchi nazionali ed inseriti in zone di protezione speciale (zps) e in siti di interesse comunitario (sic).  
 

L'impatto sul fondale marino sarebbe notevole e prima di andare a trivellare il mare sarebbe meglio dotare di pannelli solari e di piccole turbine eoliche le abitazioni esistenti, sarebbe meglio che i nuovi palazzi in costruzione venissero dotati obbligatoriamente di tutti gli strumenti necessari per il risparmio energetico e l'autosostentamento. La Terra non ne può più. La Daunia non è il tombino o lo zerbino dell'Europa. Su la testa!


 
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